Gaspero Bruschi e Manifattura Ginori, Camino, porcellana e mattonelle in maiolica, 1754, Museo Ginori, particolare della cimasa con il Crepuscolo e l’Aurora (riduzioni da Michelangelo, con varianti)
Intorno alla metà degli anni Cinquanta del Settecento la Manifattura di Doccia realizzò le riduzioni in porcellana di queste figure. Quelle de Il Crepuscolo e l’Aurora compaiono nel monumentale camino realizzato nel 1754 per la Galleria dell’antica sede della Manifattura, oggi nelle collezioni del Museo Ginori. Un’altra versione del Crepuscolo è invece conservata ai Musei del Castello Sforzesco di Milano, mentre altre raffigurazioni della Notte e dell’Aurora sono state montate, insieme alla riduzione in bronzo del monumento michelangiolesco di Lorenzo duca d’Urbino eseguito da Ferdinand Barbedienne, su un orologio appartenuto alla collezione del marchese Emanuele Tapparelli d’Azeglio e databile intorno al 1858.
Le quattro figure allegoriche michelangiolesche, nella variante in biscuit e montate su un alto basamento in porcellana, continuarono ad essere prodotte a Doccia anche tra il tardo Ottocento e la prima metà del Novecento, come attesta la presenza della marca in blu con una “G” sormontata da una corona, visibile sugli esemplari conservati al Museo Ginori .
All’Esposizione di Vienna del 1873, quando a Firenze iniziavano i preparativi per il quarto centenario della nascita di Michelangelo, la Manifattura di Doccia tornò sul tema delle celebrazioni esponendo, inseriti entro tondi, quattro busti a rilievo in maiolica raffiguranti Luca della Robbia, Benvenuto Cellini, Michelangelo e Leonardo da Vinci, ideati dallo scultore abruzzese Raffaello Pagliaccetti.
Il Museo Ginori conserva tre di questi quattro tondi che erano probabilmente dei prototipi, come lasciano pensare i diversi tipi di trattamento della superficie, a monocromia bianca su fondo blu per il busto di Luca Della Robbia e a policromia, con i volti lasciati al ‘naturale’ (in terracotta non smaltata) per quelli di Leonardo e di Michelangelo.
Alla fine dell’Ottocento questa serie fu impiegata per decorare – insieme ad altri busti aggiunti nel 1916 - la facciata dell’antica sede della Manifattura Ginori, che oggi ospita la Biblioteca Ernesto Ragionieri di Sesto Fiorentino.
Facciata dell’antica sede della Manifattura di Doccia, fotografia, fine XIX-inizi XX secolo, Archivio del Museo Ginori
Fuori dalla coralità degli omaggi al “genio fiorentino”, la manifattura celebrò la grandezza di Michelangelo anche attraverso un vaso presentato alle Esposizioni di Londra (1888) e a quella di Palermo (1891) e oggi conservato al Museo Ginori. Nella parte superiore del suo corpo, il vaso presenta le figure allegoriche tratte dalle citate tombe della Sagrestia Nuova di San Lorenzo, sormontate da due tondi, uno per lato, entro i quali sono inscritti la testa del David e il ritratto di Michelangelo. In corrispondenza di quest’ultimo, sulla bocca del vaso è riprodotto un cartiglio con l’iscrizione “Michel, più che mortal / Angel divino”, una rima ariostea tratta dal trentatreesimo canto dell’Orlando Furioso (1516).
La fortuna di Michelangelo nella produzione della manifattura giunge anche al Novecento, interpretata con un nuovo sentimento. Un bell’esempio di questo nuovo approccio è costituito da una piccola lastra conservata al Museo Ginori, eseguita da Elena Diana (attiva a Doccia dal 1924 al 1949 circa e nuovamente dal 1961) in oro graffito con la punta d’agata con la rappresentazione di un particolare del Tondo Doni. Rivelando un interesse autentico per la rappresentazione dell’affettività genitoriale più che per la messa in scena di una Sacra Famiglia, l’opera esprime bene questa nuova sensibilità.
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