Camino

Realizzato dalla Manifattura di Doccia nel 1754 sotto la supervisione di Gaspero Bruschi, il monumentale camino in porcellana doveva originariamente ornare la parete di fondo della Galleria di Villa Le Corti, dove Carlo Ginori aveva allestito una sala espositiva delle opere di maggiore pregio della sua produzione. 

Di notevole impatto scenografico, l’opera si può dividere in tre porzioni principali: il focolare in basso, la specchiera al centro e il fastigio in alto. Il primo è costituito da una struttura architettonica composta da due pilastri laterali con telamoni che sorreggono un architrave a volute, decorato con festoni a rilievo, mascheroni e una valva di conchiglia con volto femminile al centro. Al suo interno il focolare è rivestito da mattonelle (o “ambrogette”) raffiguranti scene campestri e vedute dipinte in blu su fondo bianco, probabilmente di manifattura nordeuropea. Al centro lo specchio orizzontale, affiancato da due volute di raccordo con la mensola divisoria, è racchiuso entro una cornice decorata a tralci floreali e conchiglie negli angoli. Nella porzione sommitale, sopra una doppia fascia ricurva originata da una conchiglia, si ergono le riduzioni in porcellana dalle allegorie michelangiolesche del Crepuscolo e dell’Aurora. La complicata struttura termina, in alto al centro, con un ovato in bassorilievo raffigurante putti che distillano fiori, ripreso da una composizione di Massimiliano Soldani Benzi, serrato in cima da una grande valva e volute.

Vero capolavoro della produzione del primo periodo Ginori, il Camino così composto è un unicum nella storia della Manifattura di Doccia e testimonia come i modelli della scultura fiorentina rinascimentale e tardo barocca venissero impiegati per la realizzazione non solo di sculture di dimensioni contenute, ma anche in composizioni di ampio respiro e di grande complessità decorativa e scenografica.