Vaso celebrativo di Michelangelo Buonarroti

Nel Settecento la fortuna di Michelangelo fu notevole. La Manifattura di Doccia non rimase indifferente a questo fenomeno e fin dai primi anni di attività arricchì il campionario di modelli con calchi in gesso tratti dalle opere più note dello scultore. Tra queste le figure allegoriche poste ai lati dei monumenti di Giuliano duca di Nemours e di Lorenzo duca d’Urbino nella Sagrestia Nuova della Basilica di San Lorenzo a Firenze, che troviamo riprodotte anche sul vaso qui presentato.

Le figure dono disposte due per lato a incorniciare da una parte la testa del David e dall’altra il Ritratto di Michelangelo, a sua volta sormontato da un cartiglio con il verso “Michel, più che mortal / Angel divino”, che sinuoso attraversa le corde di una lira. Si tratta di una rima scritta da Ludovico Ariosto nella seconda ottava del canto XXXIII dell’Orlando furioso (1516), per ricordare la fama di alcuni pittori italiani attivi tra il Quattrocento e il Cinquecento. L’evocazione di questo verso su un vaso ottocentesco si deve al reiterato omaggio al “genio fiorentino”: a tale scopo era stato impiegato anche da Giorgio Filippo Giorgi nella dedica a Francesco Maria Gabburri, apparsa nell’edizione del 1730 de Il Riposo di Raffaello Borghini e, ancora, da Anton Francesco Gori nell’edizione del 1746 della Vita di Michelangelo scritta da Ascanio Condivi.

Il nostro esemplare rappresenta dunque un omaggio a Michelangelo da parte della Manifattura al di fuori dalla coralità delle celebrazioni per il quarto centenario della nascita (1875), in quanto esso risulta presentato all’Esposizione di Londra nel 1888 e ancora a quella di Palermo del 1891. Indubbiamente, l’imponenza delle dimensioni per un manufatto in porcellana, l’esile struttura ad anfora dal collo stretto e svasato, che ne accentuano lo sviluppo in verticale, unitamente al ricco decoro che presenta nella parte inferiore una rivisitazione del motivo rinascimentale della grottesca, lo rendono un esemplare da esposizione. Le prese laterali modellate con mascheroni richiamano stilisticamente le invenzioni dello scultore Urbano Lucchesi, direttore artistico della Manifattura negli anni in cui il vaso è stato realizzato.