Vaso biansato con decorazione a tralci fioriti, rami di quercia, uccelli e insetti

La forma del vaso, ovoidale con bocca e piede svasati e anse a mascheroni, è attribuita allo scultore Urbano Lucchesi (Lucca, 1844 – Firenze, 1906), direttore artistico della Manifattura Ginori negli ultimi decenni del XIX secolo.

Le dimensioni, ragguardevoli per un manufatto in porcellana, oltre che l’ambiziosa decorazione, suggeriscono che questo esemplare, come il gemello anch’esso conservato al Museo Ginori, sia stato eseguito come saggio di bravura da esporre in un negozio Ginori o in una delle numerose mostre nazionali e internazionali alle quali la Manifattura partecipò negli anni ottanta e novanta dell’Ottocento. Ad oggi, tuttavia, nei documenti disponibili non ne è emersa traccia.

L’elegante ornamentazione combina ecletticamente il giapponismo del decoro a rami di quercia e tralci di fiori rosa con gli arabeschi delle fasce orizzontali a fondo blu che cingono il vaso. Traggono ispirazione dall’arte orientale non solo i disegni, ma anche le raffinate tecniche impiegate per realizzarli: gli intrecci su fondo blu, profilati da una sottile linea d’oro in rilievo a delimitare le diverse campiture di colore, imitano gli smalti cloisonné, mentre i rami di quercia abitati da piccole creature alate in oro e platino riproducono l’effetto di leggero rilievo delle lacche giapponesi, rendendo minuziosamente i dettagli delle foglie e il piumaggio degli uccelli. Completa la sontuosa decorazione Ii chiaroscuro ottenuto con tratteggio a punta d’agata.

L’imitazione su porcellana delle lacche dorate e del cloisonné di stile orientale e la loro reinterpretazione in chiave eclettica si deve in primis a Minton – Manifattura in quegli anni all’avanguardia del movimento estetico inglese – che impiega le due tecniche sin dalla fine degli anni sessanta dell’Ottocento, ottenendo largo seguito in Europa e negli Stati Uniti. La prima testimonianza certa dell’uso dell’oro in rilievo in stile anglo-giapponese a Doccia risale invece al 1884, quando oggetti con questo tipo di decoro vengono esposti a Torino e il re Umberto I commissiona alla Ginori una serie di piatti con rilievi simili e frutti dipinti a mano in policromia.

Nello stesso 1884 un “vaso grande, con fascia nel mezzo, con mascheroni dipinto con foglie e uccelli a gran fuoco” (AMD, Carteggio ottocentesco, busta 8, fasc. 49, 7 agosto 1884, minuta elenco oggetti spediti a Parigi) in porcellana, di dimensioni uguali al nostro, viene inviato dalla Ginori all’Esposizione di arti decorative di Parigi ed è segnalato come notevole in una cronaca di Giuseppe Corona. Pur non trattandosi di quello in esame perché il decoro è eseguito con tecnica diversa, vale come probabile riferimento cronologico per il modello, che ritroviamo, abbinato ad altri decori, anche nelle successive esposizioni di Londra del 1888, di Palermo del 1891 e di Zurigo del 1893.