Bozzetto per vaso mesciroba e altri decori
Manifattura Ginori
Il bozzetto conservato presso l’Archivio del Museo Ginori mostra un vaso mesciroba con ansa realizzata a imitazione di due serpi che si appoggiano a un pesce di fantasia, la cui bocca funge da versatoio. Questo modello, assieme al suo decoro, è una copia con varianti di un vaso di manifattura urbinate databile al 1580 circa, oggi al Museo Nazionale del Bargello di Firenze (inv. Bargello n. 59 M) . Gli ornati a raffaellesche sono stati riprodotti dal copista in zone laterali del foglio, solamente per una porzione, poiché, essendo speculari, potevano essere facilmente integrati a posteriori. Questi vengono indicati con numeri da 1 a 4, che si ritrovano anche sul corpo del vaso trattato velocemente a chiaroscuro. L’indicazione suggerisce la collocazione originale nella quale i decori devono essere posizionati. Il numero 1 in alto a sinistra, con mascherone e girale abitato da un uccello, si riferisce al collo del vaso, mentre subito sotto sulla spalla si trovava il numero 2, a motivo zoomorfo con stemma centrale visibile a sinistra. Il corpo del mesciroba conteneva la grottesca di putti con finto cammeo mediano raffigurante Apollo con la lira, segnata col numero 3 a destra. All’ultima porzione, indicata con la cifra 4, spettava il decoro a grifoni in basso.
Nella seconda metà dell’Ottocento, sotto la guida di Lorenzo Ginori Lisci, la Manifattura Ginori sviluppò un ampio repertorio di ceramiche artistiche a imitazione della maiolica rinascimentale. A tale scopo alcuni decoratori attivi a Doccia copiarono dal vero originali allora conservati presso le Reali Gallerie di Firenze, che potevano essere riprodotti fedelmente o con varianti per essere presentati alle Esposizioni nazionali e internazionali. Il Museo Ariana di Ginevra conserva un esemplare in maiolica Ginori corrispondente a questo bozzetto (inv. AR 07090).
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Bozzetto per vaso mesciroba e altri decori
Il bozzetto conservato presso l’Archivio del Museo Ginori mostra un vaso mesciroba con ansa realizzata a imitazione di due serpi che si appoggiano a un pesce di fantasia, la cui bocca funge da versatoio. Questo modello, assieme al suo decoro, è una copia con varianti di un vaso di manifattura urbinate databile al 1580 circa, oggi al Museo Nazionale del Bargello di Firenze (inv. Bargello n. 59 M) . Gli ornati a raffaellesche sono stati riprodotti dal copista in zone laterali del foglio, solamente per una porzione, poiché, essendo speculari, potevano essere facilmente integrati a posteriori. Questi vengono indicati con numeri da 1 a 4, che si ritrovano anche sul corpo del vaso trattato velocemente a chiaroscuro. L’indicazione suggerisce la collocazione originale nella quale i decori devono essere posizionati. Il numero 1 in alto a sinistra, con mascherone e girale abitato da un uccello, si riferisce al collo del vaso, mentre subito sotto sulla spalla si trovava il numero 2, a motivo zoomorfo con stemma centrale visibile a sinistra. Il corpo del mesciroba conteneva la grottesca di putti con finto cammeo mediano raffigurante Apollo con la lira, segnata col numero 3 a destra. All’ultima porzione, indicata con la cifra 4, spettava il decoro a grifoni in basso.
Nella seconda metà dell’Ottocento, sotto la guida di Lorenzo Ginori Lisci, la Manifattura Ginori sviluppò un ampio repertorio di ceramiche artistiche a imitazione della maiolica rinascimentale. A tale scopo alcuni decoratori attivi a Doccia copiarono dal vero originali allora conservati presso le Reali Gallerie di Firenze, che potevano essere riprodotti fedelmente o con varianti per essere presentati alle Esposizioni nazionali e internazionali. Il Museo Ariana di Ginevra conserva un esemplare in maiolica Ginori corrispondente a questo bozzetto (inv. AR 07090).
Caratteristiche
Bibliografia
- O. Rucellai in “Amici di Doccia-Quaderni”, IX 2016, p. 57, cat. 56.