Fin dalla seconda metà del Settecento la Manifattura Ginori di Doccia aveva prodotto vasi da farmacia in maiolica per contenere unguenti, sciroppi, succhi, balsami, estratti e oli. Una delle tipologie che ebbe larga fortuna nel corso dell’Ottocento è il cosiddetto vaso “all’etrusca”, a forma di pisside più o meno variata in alcuni dettagli.
Abbandonata la maiolica per la porcellana, nella seconda metà del XIX secolo la Manifattura Ginori iniziò a stampare campionari per questo tipo di manufatti, con l’indicazione di modelli e decori. Si codificano fino a cinque diverse forme per contenitori da farmacia con coperchio, classificate dalle lettere dell’alfabeto dalla A alla E. Dalla tavola estratta dalla Tariffa degli oggetti in porcellana per uso di laboratori chimici, farmacie del 1907, si distinguono il tipo A, con corpo cilindrico e coperchio piano, disponibile in sei misure differenti. Il tipo B, quasi un’evoluzione della forma precedente, viene definito cilindrico con coperchio a borsa, più bombato, prodotto in sette grandezze. Il tipo C, sempre cilindrico e con coperchio a cuspide, e infine la tipologia D che identificava un vaso scanalato di forma etrusca, entrambi in cinque dimensioni. Non appare invece l’ultimo modello, il tipo E, di struttura cilindrica e coperchio piano. La tariffa era completata anche da alcune tavole che mostravano la gamma di iscrizioni e decorazioni che la fabbrica poteva realizzare.
Questi vasi conobbero un’enorme fortuna e ancora oggi sono visibili in alcune farmacie, soprattutto dell’area fiorentina.