Sacrificio d’Isacco

All’interno della raccolta di modelli della Manifattura di Doccia sono documentate composizioni d’invenzione di artisti tardo barocchi fiorentini sia sotto forma di calchi in gesso e in cera sia mediante forme in gesso o originali in terracotta. 

Il Sacrificio d’Isacco conservato al Museo Ginori presenta affinità stilistiche e compositive con il bronzetto eseguito nel 1722 da Giuseppe Piamontini per Anna Maria Luisa de’ Medici, Elettrice Palatina, dal quale differisce prevalentemente per l’orientamento dei volti di Abramo e dell’angelo e per la presenza di un cippo sacrificale posto a sostegno di quest’ultimo. Tali varianti, unitamente all’elevata qualità del modellato, lasciano ipotizzare che la terracotta sia un bozzetto per lo studio della composizione del gruppo in bronzo e che pertanto sia riconducibile alla bottega del Piamontini. Potrebbe essere giunto alla manifattura in seguito alla vendita, nel 1750, di alcuni modelli dello scultore da parte del figlio Giovan Battista, che peraltro è noto aver prestato la propria collaborazione alla fabbrica, in qualità di scultore. Nella nota di vendita è infatti indicato un «sacrificio di Abramo», verosimilmente identificabile con il nostro esemplare.

Di questo modello è documentata, attraverso una riproduzione fotografica degli anni sessanta del Novecento, una traduzione in porcellana eseguita dalla Manifattura Ginori, la cui composizione si avvicina a quella del bronzetto.