Bacchino ebbro

L’interesse di Carlo Ginori per la produzione scultorea tardo barocca fiorentina trova conferma nella collezione dei modelli acquisiti dalla Manifattura di Doccia nel Settecento e oggi conservati al Museo Ginori. Alcuni di questi modelli autografi di maestri scultori sono particolarmente preziosi perché ad oggi costituiscono l’unica testimonianza di composizioni di loro invenzione. È questo il caso del gruppo in terracotta di straordinaria qualità raffigurante il Bacchino ebbro modellato da Massimiliano Soldani Benzi nel 1695 e da lui donato al marchese Clemente di Giulio Vitelli. Passato in eredità al nipote di quest’ultimo, fu da questi venduto a Carlo Ginori nel 1752. 

Come nel caso del Sacrificio d’Isacco modellato in terracotta da Giuseppe Piamontini, con interventi della bottega, anche per il Bacchino ebbro siamo in presenza di esemplari realizzati per essere tradotti in bronzo e acquistati dal marchese Carlo Ginori ad “uso della fabbrica” ovvero da tradurre in porcellana, integralmente o in parte. 

Nel caso di questo esemplare, solamente il leone a sinistra della composizione risulta essere stato sezionato all’altezza degli arti inferiori, segno evidente del suo impiego da parte della manifattura per la realizzazione di un modello che, seppur rivisitato nella posa delle zampe,  è verosimilmente identificabile con quello impiegato per la realizzazione dei  leoncini posti a sostegno delle medaglie nella parte apicale del monumentale Tempietto delle glorie della Toscana. Donato nel 1756 all’Accademia Etrusca di Cortona dal Ginori in seguito alla sua nomina a lucumone della stessa, il Tempietto vi  giunse post mortem nel 1758, per il tramite del figlio Lorenzo.