Caccine

Questa serie è costituita da dieci gruppetti con animali perlopiù in lotta tra loro. Già descritti nell’Inventario delle Forme della Manifattura Ginori (1791-1806 circa) e nella lettera inviata il 13 settembre 1757 da Jacopo Fanciullacci a Lorenzo Ginori (figlio di Carlo), questi gruppetti vengono denominati per la prima volta Caccine intorno al 1760, nella Tariffa dei prezzi delle porcellane della fabbrica: “Robe diverse da dessert / Caccine o gruppettini di animali diversi bianchi / Detti dipinti”.

Come indicato nel tariffario, a Doccia le Caccine venivano realizzaie per l’apparecchiatura delle tavole da dessert. Oltre alla base a imitazione della roccia, che fa parte della composizione originale, la manifattura le ha proposte posizionate su una base squadrata, oppure tondeggiante in stile rocaille.

Allo stato attuale delle conoscenze, questi gruppetti sono prevalentemente riconducibili nell’invenzione ad alcuni bronzetti, il cui autore è stato identificato da Dimitrios Zikos in Giovan Battista Foggini .Seppur meritevole di ulteriori indagini, il riscontro finora compiuto su alcuni di questi bronzetti e le relative traduzioni in porcellana, senza le citate basi aggiunte, ha rivelato varianti la più significativa delle quali nelle dimensioni, in considerazione del ritiro del 12-14% cui è sottoposta la porcellana durante la cottura.

L’altezza delle versioni in porcellana (5-7 cm) ha suggerito un loro impiego da parte della Manifattura come prese di coperchi, ad esempio, di zuppiere oppure di vasi da pot-pourri. Sebbene Tariffa dei prezzi non menzioni varianti di dimensione per una stessa Caccina, di alcuni di questi gruppetti sono note fino a tre diverse dimensioni in porcellana.

La serie qui presentata è da ritenersi eseguita in concomitanza con l’inaugurazione del Museo Ginori nell’attuale sede, avvenuta nel 1965. Curiosamente include Erote che cavalca un Elefante intento a soffocare una tigre in sostituzione al “Bacco su testuggine” citato nel settecentesco Inventario delle Forme della Manifattura Ginori. Certamente in linea con il tema della caccia tra animali, questo esemplare è da ritenersi incluso nella nostra serie tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, nonostante sia già documentato tra i modelli di Doccia dal 1750, periodo in cui avviene la vendita di alcuni calchi in cera di Giovan Battista Piamontini, verosimilmente su invenzione del padre Giuseppe, descritti come: “elefante che col naso strozza un cane, e addosso tiene un putto”.