Vaso La Conversazione classica

La sontuosa famiglia decorativa ideata da Ponti nel 1925 e denominata La Conversazione classica trova la sua applicazione più estesa su questo monumentale orcio a sei anse in maiolica, realizzato per l’esposizione internazionale di arti decorative di Parigi e mai più replicato. Il decoro,  presentato nello stesso 1925 anche alla Biennale di Monza, ricalca in versione più elaborata il già ben collaudato schema compositivo ideato per La Passeggiata archeologica. Su un fondo che imita un pavimento intarsiato a motivi geometrici e vasi stilizzati, sono disposti dodici personaggi (alcuni dei quali identificabili come l’architetto, l’edile, il poeta, il nummario etc.) alternati a gruppi di putti, una coppia di cani e quindici elementi architettonici o d'arredo. Tra questi sono riconoscibili una cista etrusca, un'erma con satiro, una Venere acefala, un candelabro, una protome equina, ma anche una fontana in marmo presentata alla seconda Biennale di Monza  e disegnata dallo stesso Gio Ponti.

I soggetti sono liberamente  ispirati a  reperti archeologici e ad altre fonti iconografiche antiche, rivisitate in chiave déco. Rimandano all’antichità classica anche la data in numeri romani e il titolo e la firma di Gio Ponti  in caratteri ispirati alla grafia lapidaria antica. Nell’ambito della Conversazione classica la monocromía nei toni dell’ocra, ravvivata solo dalle quadrature in azzurro, è esclusiva di quest’orcio.

Singole figurazioni della stessa famiglia decorativa sono state eseguite in maiolica su fondo blu, rosso o bruno. In porcellana lo stesso decoro veniva invece proposto con sfondo a pavimento in oro e diverse combinazioni cromatiche, oppure sui vasi piumati in oro agatato su fondo bianco.