Testa di Nerva

La Testa di Nerva in porcellana è stata ricavata dalle forme realizzate alla Manifattura Ginori sui calchi in gesso della serie dei Cesari. Da una lettera inviata nel 1754 al marchese Carlo Ginori dal cancelliere Guido Bottari, suo agente d’arte a Roma, sappiamo che i calchi erano stati forniti dallo scultore e restauratore Giovan Domenico Campiglia: “In una di dette casse cioè nella più grande sono le Teste de Dodici Cesari, avute dal Sig.r Campiglia”

Lo studio dei calchi in gesso citati nella lettera, in parte conservati al Museo Ginori, ha confermato l’arrivo a Doccia delle sole Teste dei Cesari a cui Gaspero Bruschi voleva modellare i relativi busti, come si apprende da una lettera da questi indirizzata al Ginori, sempre nel 1754. L’attuale conoscenza di alcune teste dei Cesari prive di busto eseguite dalla Manifattura lascia intuire che l’intento del Bruschi non abbia avuto seguito. Esse sono fissate a un basamento in stile rocaille con una cartouche centrale, forse destinata alla denominazione del personaggio ritratto, simili ai supporti dei busti di Vitellio e di Adriano fusi in bronzo da Massimiliano Soldani Benzi nel 1695 per il principe Johann Adam Andreas del Liechtenstein e – come il nostro esemplare - hanno un perno che attraversa un anello in porcellana e si inserisce nella base.

La conferma che si tratti della soluzione definitiva proposta dalla Manifattura si ha dallo spoglio della Tariffa dei prezzi delle porcellane della fabbrica di Doccia stilata da Jacopo Rendelli intorno al 1760, dove una voce a parte è riservata proprio alla descrizione di questi busti: “Teste di Cesari di grandezza naturale modellate dagli originali del Campidoglio colla loro Base di porcellana bianca”.

Quest'opera è stata acquistata per il Museo Ginori dallo Stato italiano nel 2020.