In occasione delle celebrazioni per l’apertura del Canale di Suez, la Manifattura Ginori di Doccia realizzò un prezioso servizio da tavola in porcellana per il Kedivè d’Egitto Ismail Pascià. I disegni preparatori per i vari pezzi furono commissionati nel 1872 direttamente dal Viceré al pittore e ornatista italiano Gaetano Lodi. Caratterizzati da una vasta gamma di decori orientaleggianti e da forme singolari, l’insieme dei bozzetti e degli acquerelli sottoposti al Kedivè venne inviato a Doccia. Qui il capo degli scultori Jafet Torelli li avrebbe utilizzati come modelli per la loro traduzione in porcellana, mentre le decorazioni furono probabilmente opera di Leopoldo Nincheri e Lorenzo Becheroni Junior.
La storia di questo «grandioso servizio da tavola in porcellana», come è ricordato ne Le meraviglie dell’industria di Luigi Figuier del 1880, è particolarmente indicativa del riconoscimento raggiunto dalla fabbrica Ginori in questa fase della sua attività. Sfortunatamente Ismail Pascià fece bancarotta a causa del suo stile di vita opulento e nel 1879 fu costretto all’abdicazione e all’esilio a Napoli. Qui il marchese Lorenzo Ginori Lisci dovette presentare un’istanza al tribunale per ottenere il saldo di quanto dovuto per l’acquisto del servizio.
I decori dell’alzata qui presentata riprendono elementi ornamentali della cultura egizia, primo fra tutti il fregio composto da fiori e foglie di loto. Il piede triangolare con tre peducci zoomorfi è decorato in ogni lato con una composizione a mazzetti di fiori di loto e fasce a rilievo colorate. La coppa, poggiante su un nodo centrale segnato da fasce orizzontali in rosso, verde, nero e oro, è impreziosita all’esterno da una raggiera policroma di fiori, boccioli e foglioline di loto, sormontate da borchie dorate a rilievo. Il bordo traforato del contenitore presenta una fascia policroma con un complicato ornato a fiori di loto e mezze rosette, sormontato da una bordura blu dipinta con fiorellini in oro.