Coppa Funérailles de Thais

La coppa è decorata con il tema denominato Funérailles de Thais, anche se inizialmente Gio Ponti lo intitola Funérailles de Venus. Il decoro è così citato in una lettera dello stesso Ponti del 1925, circostanza che permette di datarlo e di includerlo fra le novità proposte dalla Richard-Ginori alle mostre di Monza e Parigi di quell’anno. In un secondo momento la figura femminile diventa Thais, forse un’allusione al personaggio letterario protagonista dell'omonimo romanzo del 1890 di Anatole France, trasposto in opera lirica da Jules Massenet (1894) e in seguito anche in un film futurista da Anton Giulio Bragaglia (1926). 

Attrice bellissima, Thais  viene qui raffigurata ormai morta, nuda, con le scarpe ai piedi. Circondata da simboli di lusso e vanità come il tappeto e lo specchio, è sostenuta da due figure maschili che indossano il frac. La scena sembra reminiscente anche dell’iconografia del trasporto di un defunto tipica dell’arte etrusca. La posa  delle figure è simile, ad esempio, a un manico di cista in bronzo conservato al Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Il decoro applicato su coppe e boli decorati in policromia con fasce all'interno e all’esterno, e scacchi sfumati al piede, viene successivamente variato nell’uso della cromia e nello sfondo neutro.