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Inaugurata la mostra "Arti in dialogo. Echi tardo barocchi nelle sculture del Museo Ginori”

Organizzata dal Museo Ginori e dall'Università di Firenze, l'esposizione è in programma a Palazzo  Marucelli-Fenzi fino al 17 febbraio 2023.

Data
16 dicembre 2022
Categoria
Mostre
Autore
Museo Ginori

È stata inaugurata oggi nelle magnifiche sale di Palazzo Marucelli-Fenzi, la mostra “Arti in dialogo. Echi tardo barocchi nelle sculture del Museo Ginori”. Alla cerimonia sono intervenuti il Prorettore vicario dell’Università di Firenze Giovanni Tarli Barbieri, il Presidente della Fondazione Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia Tomaso Montanari e il Direttore regionale musei della Toscana Stefano Casciu, insieme a Fulvio Cervini, Vicedirettore del Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo (Sagas) dell’Università di Firenze e ai curatori della mostra Cristiano Giometti (Università di Firenze), Andrea Di Lorenzo (Direttore del Museo Ginori) e Rita Balleri (Museo Ginori).

Fino al 17 febbraio 2023, nelle sale di Palazzo Marucelli-Fenzi, eccezionalmente aperte al pubblico per l’occasione, una selezione di sculture in porcellana e di modelli in terracotta e in cera del Museo Ginori dialoga in modo del tutto nuovo con le decorazioni realizzate da Sebastiano Ricci e Giovanni Baratta tra il 1705 e il 1706.
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    La presentazione della mostra nell'Aula Magna di Palazzo Marucelli-Fenzi

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    I curatori della mostra Rita Balleri e Cristiano Giometti con Oliva Rucellai

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    L'Aula Magna durante la presentazione della mostra

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    Fulvio Cervini, Vicedirettore del Dipartimento di Storia del SAGAS, e Tomaso Montanari

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    Livia Frescobaldi, presidente degli Amici di Doccia, e Tomaso Montanari

 “La cosa più felice di questa occasione – ha dichiarato Tomaso Montanari, Presidente della Fondazione Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia – è che due luoghi d’arte solitamente inaccessibili alla maggioranza dei cittadini di Firenze e del mondo (ovvero le stanze di Palazzo Marucelli-Fenzi, straordinarie per le pitture di Sebastiano Ricci e per gli stucchi di Baratta, e il Museo Ginori, chiuso in attesa di ristrutturazione) tornano visibili intrecciandosi e raccontando, attraverso ciò che è ormai musealizzato, il contesto più largo di ciò che invece è ancora vivo e innestato in un palazzo frequentato ogni giorno da tantissime ragazze e ragazzi che qui studiano. È un segno di vitalità ed è anche una promessa per il futuro di una collaborazione stretta tra l’Università e il Museo, che hanno in comune un’unica missione, quella della ricerca, della produzione di conoscenza e della sua redistribuzione. Sono molto grato alla collega rettrice Alessandra Petrucci e al direttore del Dipartimento SAGAS Paolo Liverani, a Cristiano Giometti e a tutti i colleghi storici dell’arte dell’Università di Firenze”.

“La mostra Arti in dialogo – ha dichiarato Cristiano Giometti – è per il dipartimento SAGAS dell’Università di Firenze un’importante occasione che segna l’inizio della collaborazione con il Museo Ginori e offre la possibilità di aprire al pubblico le stanze monumentali di Palazzo Marucelli-Fenzi che ospitano il magnifico ciclo decorativo di Sebastiano Ricci e Giovanni Baratta. L’auspicio è quello di poter iniziare un percorso di tutela e valorizzazione di queste sale, capolavori dell’arte tardo barocca europea”.

“L’occasione di vedere terracotte, cere e porcellane del Museo Ginori esposte e in colloquio con i bellissimi e sconosciuti ambienti settecenteschi di Palazzo Marucelli-Fenzi – ha dichiarato Stefano Casciu, Direttore regionale musei della Toscana – è imperdibile sia per ammirare la qualità e la bellezza delle opere acquistate o realizzate dalla Manifattura Ginori per volontà del Fondatore, il marchese Carlo Ginori, sia per scoprire uno dei contesti rococò più belli di Firenze, un gioiello che mi auguro possa presto tornare alla più ampia accessibilità del pubblico. Un bel lavoro di squadra tra Fondazione Ginori, Università di Firenze e Direzione regionale musei della Toscana, con ulteriori contributi dell’Opificio delle Pietre Dure e degli Amici di Doccia, nella comune volontà di restituire presto a tutti la splendida e ricchissima eredità della Manifattura Richard Ginori, patrimonio culturale nazionale”.

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